Mentre Nasser prendeva il controllo sia titolare che effettivo, le prospettive dellEgitto apparivano luminose. Un contratto segreto era stato firmato con la Cecoslovacchia per il materiale bellico, e la Gran Bretagna e gli Stati Uniti avevano deciso di stanziare 270 milioni di dollari per finanziare la prima fase del progetto Aswān High Dam. Ma il 20 luglio 1956, il segretario di stato americano, John Foster Dulles, annullò lofferta statunitense; il giorno successivo la Gran Bretagna ha seguito lesempio. Cinque giorni dopo, rivolgendosi a una riunione di massa ad Alessandria, Nasser annunciò la nazionalizzazione del Canale di Suez, promettendo che i pedaggi raccolti dallEgitto in cinque anni avrebbero costruito la diga. Sia la Gran Bretagna che la Francia avevano interessi nel canale e cospirarono con Israele – le cui relazioni con lEgitto erano diventate ancora più tese dopo la prima guerra arabo-israeliana nel 1948-1949 – per battere Nasser e riprendere il controllo del canale. Secondo il loro piano, il 29 ottobre 1956, le forze israeliane invasero la penisola del Sinai. Due giorni dopo, aerei francesi e britannici attaccarono gli aeroporti egiziani. Sebbene gli israeliani abbiano occupato la penisola del Sinai fino a Sharm al-Shaykh e laviazione militare egiziana sia stata praticamente distrutta, Nasser è uscito dalla breve guerra con immutato prestigio in tutto il mondo arabo. (Vedi Suez Crisis.)
In Philosophy of the Revolution, che scrisse nel 1954, Nasser raccontava di “ruoli eroici e gloriosi che non trovavano mai eroi per interpretarli” e delineava la sua aspirazione a essere il leader di i 55 milioni di arabi, poi dei 224 milioni di africani, poi dei 420 milioni di seguaci dellIslam. Nel 1958 Siria ed Egitto formarono la Repubblica Araba Unita, che Nasser sperava avrebbe un giorno incluso lintero mondo arabo. La Siria si ritirò nel 1961, ma lEgitto ha continuato ad essere conosciuta come la Repubblica Araba Unita fino al 1971. Nasser è stato il più vicino possibile alla realizzazione del suo sogno tripartito.